Al Porticciolo 84 – Passione Gourmet https://passionegourmet.it La guida completa e le recensioni dei migliori ristoranti e pizzerie Thu, 21 Sep 2017 18:03:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.7.11 Al Porticciolo 84 https://passionegourmet.it/2016/01/13/al-porticciolo-84-lecco-ferrari/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=al-porticciolo-84-lecco-ferrari https://passionegourmet.it/2016/01/13/al-porticciolo-84-lecco-ferrari/#comments Wed, 13 Jan 2016 07:00:20 +0000 http://www.passionegourmet.it/?p=57865 La mappa delle località in cui proporre una cucina ambiziosa è un’impresa eroica non contempla solo luoghi impervi o lontani dalle grandi città: ci sono infatti zone in cui, tradizionalmente, la clientela è quasi per nulla incline a confrontarsi con una ristorazione che esca dagli schemi dell’usuale. Come le vicine province di Monza e Como, […]

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La mappa delle località in cui proporre una cucina ambiziosa è un’impresa eroica non contempla solo luoghi impervi o lontani dalle grandi città: ci sono infatti zone in cui, tradizionalmente, la clientela è quasi per nulla incline a confrontarsi con una ristorazione che esca dagli schemi dell’usuale. Come le vicine province di Monza e Como, anche quella di Lecco non si sottrae al cliché del cliente brianzolo, dotato certo di ottima disponibilità economica ma poco disposto a uscire dalla trimurti del gusto risotto-cotoletta-branzino al sale, e già per il fatto di volersi imporre con la forza del proprio pensiero culinario Fabrizio Ferrari, chef di Al Porticciolo 84, merita tutta la nostra ammirazione.

Siamo a Lecco, ma l’insegna non inganni: non è infatti sulle rive del Lario che sorge il locale, bensì quasi all’imbocco della Valsassina, verso le cime che resero celebri i Ragni cittadini. Non mente invece il numero, quell’84 che per coincidenza ritorna sulle sponde del Lago di Garda e che, in questo caso, va a ricordare l’anno di fondazione del locale. Più di trent’anni di attività per il Porticciolo, quasi dieci dei quali ornati da una stella Michelin che Fabrizio Ferrari sta dimostrando, non solo con la tenacia ma anche grazie a una cucina in netta crescita, di meritare fino in fondo.

La continuità col passato e con la gestione materna è assicurata dalla permanenza, all’interno di una carta interamente dedicata al pesce marino, di un piatto intramontabile come la grigliata di pesci e crostacei.

Quanto questa continuità sia una necessità imprenditoriale e quanto un’esigenza espressiva non ci è dato saperlo, ma è un dato di fatto come, dal nostro tavolo, abbiamo potuto osservare come fossimo noi gli unici clienti ad aver optato per il menu degustazione proposto mentre le (assai invitanti!) grigliate marciavano verso tutti gli altri tavoli vicini. È un peccato, perché Fabrizio Ferrari ha dimostrato, durante il nostro pranzo, di sapersi esprimere con piatti molto convincenti, figli di un approccio che guarda tanto alle esperienze fatte dallo chef in Nord Europa quanto e soprattutto all’Est del Giappone e della Corea, il tutto filtrato da un’immaginazione fervida ed estroversa.

Ecco perciò una sequenza di piatti in cui la regola dei tre ingredienti viene costantemente messa da parte, per dar luogo a costruzioni più impervie ma sempre bilanciate sotto il profilo dell’equilibrio gustativo. A volte, non suoni così paradossale l’affermazione, persino troppo centrate: in un paio di passaggi l’impressione di non voler spingere oltre l’universalmente comprensibile sembra una zavorra per piatti che, diversamente, volerebbero lontano sulle ali di felici intuizioni e la domanda torna anche qui: quanto ciò è libera espressione e quanto necessità di non spaventare una clientela tanto timorosa quanto preziosa?

Non sta a noi rispondere a tali domande. Ci limitiamo invece a premiare con una valutazione in crescita gli evidenti progressi di una cuoco molto interessante, che meriterebbe di avere più occasioni per esprimere il proprio talento.

Le entrate, fra cui spicca un “quasi sciàtt” di pesce di grande concentrazione.
Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco
Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

Sgombro, purea di zucca, finocchio, mozzarella di bufala, pancetta croccante. Di tutti i piatti provati, il meno convincente. Solo l’intensità di uno sgombro eccellente e ben lavorato spicca in un insieme che, pur non stucchevole quanto la lettura suggerirebbe, sembra girare a vuoto.
sgombro, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

Code di gambero, crema di sesamo, mandorle, olive verdi, insalate confit e limone salato: un piatto strepitoso per potenza di concezione. Qui, di fronte a simili contrasti, la capacità di tenere coeso l’insieme si dimostra invece la risorsa decisiva.
code di Gambero, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

Malfatti con cozze Bouchot, brodo di verdure al siero di yogurt, salvia fritta, corallo di capasanta. Altro piatto assolutamente pregevole, gourmand e sottile allo stesso tempo.
malfatti, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

Costoletta di rombo, olandese bianca, croccante di arachidi, funghi Portobello, scalogno in carpione, timo e salsa di vitello. Qui il coefficiente di difficoltà raggiunge valori insoliti. Il risultato è ancora una volta equilibratissimo e indubbiamente molto buono, ma una sovrabbondanza di elementi in così poco spazio non concede il tempo per afferrare tutte le tensioni interne.
Costoletta di Rombo, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

Di ottimo livello i dolci, a partire dal predessert…
predessert, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

…per continuare con l’eccellente meringa con chantilly, maionese di mela verde, pastinaca e barbabietola…
meringa, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

…e con una barretta cioccolato e caramello con gelato di mais (dalle sorprendenti sfumature di tartufo bianco), crema alle nocciole e caffè, di insospettabile eleganza.
barretta al cioccolato, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco
Mise en place.
mise en place, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco
Il lago.
lago, Al Porticciolo 84, Chef Fabrizio Ferrari, Lecco

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Al Porticciolo 84, Lecco, di Giovanni Gagliardi https://passionegourmet.it/2011/11/10/al-porticciolo-84-lecco-di-giovanni-gagliardi/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=al-porticciolo-84-lecco-di-giovanni-gagliardi https://passionegourmet.it/2011/11/10/al-porticciolo-84-lecco-di-giovanni-gagliardi/#comments Thu, 10 Nov 2011 08:57:28 +0000 http://www.passionegourmet.it/?p=20358 Recensione ristorante. A Lecco, non sul lago ma nella parte alta, sulla strada che porta in Valsassina trovate il piccolo (appena 30 coperti) ristorante della famiglia Ferrari che da diversi anni rappresenta in zona un punto di riferimento per la buona cucina di pesce (di mare). Nasce nel 1984 e negli ultimi tempi si è […]

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Recensione ristorante.

A Lecco, non sul lago ma nella parte alta, sulla strada che porta in Valsassina trovate il piccolo (appena 30 coperti) ristorante della famiglia Ferrari che da diversi anni rappresenta in zona un punto di riferimento per la buona cucina di pesce (di mare). Nasce nel 1984 e negli ultimi tempi si è evoluto grazie soprattutto al bravo e giovane Fabrizio che ha preso in mano le redini della cucina, subentrando alla madre Daria.
Evidente il contributo in termini di creatività che Fabrizio – forte di importanti esperienze all’estero, l’ultima delle quali niente di meno che dal buon Redzepi al Noma – sta apportando alla cucina, soprattutto – come si racconterà – in materia di antipasti. Il tutto senza però, allo stato, modificare del tutto la “filosofia di famiglia” volta ad una cucina di stampo nettamente tradizionale.
L’ambiente è raccolto, le luci soffuse, i tavoli correttamente distanziati. Si sta bene, coccolati dalla brava Anna Valsecchi, compagna di Fabrizio, che con grazia e professionalità dirige i giochi in sala.
La Carta è strutturata in modo da privilegiare gli antipasti, nei quali, come vedremo, trova spazio la creatività del giovane Ferrari.
Ma andiamo con ordine. Decidiamo di lasciare mano libera alla cucina in modo da assaggiare – in proporzioni ovviamente ridotte – gran parte della Carta che – correttamente – è tutt’altro che sterminata.
Partiamo con gli antipasti, quindi, nei quali lo chef dà sfogo alla sua creatività facendo tesoro delle esperienze fatte in Italia e all’estero, in primis in Oriente.
Nasello marinato a secco

servito con pistacchi, scalogno fritto, cranberries e olio all’aneto. Di ottima qualità il pesce, di sapore tenue ma gradevole, ben sorretto dalla speziatura.
Code di gambero, servite con nocciole e una bulgour al miso su una emulsione di crescione d’acqua.

Anche qui influenze orientali con l’utilizzo del Miso. Piatto che ci è piaciuto, soprattutto per il perfetto bilanciamento tra il dolce del gambero e l’aspretto del crescione.
Pescatrice, accompagnata da asparagi, siero di yogurt e corallo di capasanta.

Nonostante l’uso dell’asparago non sia proprio il massimo della stagionalità il piatto piace per la sodezza del pesce ed il buon profumo marino al quale contribuisce senza dubbio l’intelligente uso del corallo di Saint Jacques.
Quindi un discreto Muggine, preparato con patate di montagna, rosmarino ananas e petali di rosa

ed uno Sciabola assai buono arricchito da anime di cipollotti, gel al mandarino (quasi impercettibile), carbone di olive nere e noci di Macadamia.

Lodevole l’utilizzo di un pesce dalle ottime carni ma un po’ negletto nella ristorazione come lo Sciabola che, peraltro, dà il meglio di sé proprio nel periodo autunnale.
La Capasanta viene servita con in accompagnamento verza cinese al beurre d’Isigny, mandorle glassate alla cannella e demi-glace all’orientale.

Equilibrato il risultato finale.
Antipasti dunque nel complesso buoni, con abbinamenti in larga parte riusciti, anche se tutti giocati un po’ sulle stesse corde, agrodolci ed orientaleggianti. Trovata una chiave senz’altro vincente il passo successivo della cucina potrebbe ora essere quello di sperimentarne altre.
I primi sono di impronta più tradizionale, anche se non mancano anch’essi di ingredienti che si rifanno al lontano Oriente. Le paste fresche sono tutte di propria produzione. E sono ben fatte.
E quindi ecco i Tagliolini alla curcuma con granchio

nei quali si avverte anche l’uso dello zenzero (a proposito di oriente). Buoni. Così come i più tradizionali Tagliolini neri e seppie serviti con una generosa grattugiata di bottarga.

Meno interessanti i Pennoni di Gragnano con gallinella

a partire dal formato della pasta troppo grosso per cui ogni boccone necessita di essere preventivamente spezzato nel piatto.
Tra i secondi, anch’essi tutti di impronta tradizionale proviamo quello che è un po’ il piatto simbolo del ristorante e cioè la Grigliata di pesce.

Di proporzioni importanti – quasi un piatto unico – si fa apprezzare soprattutto per la corretta (e quindi non eccessiva) cottura che preserva la succosità del pesce. In accompagnamento ci servono un gradevole pinzimonio con olio extra-vergine e aceto balsamico.


La progressione verso la semplificazione trova il suo culmine nei dessert che sono presentati sul carrello.

Semplici ma buoni, comunque sia lo Strudel che, soprattutto, la Torta cioccolato e caramello.

Non ci entusiasma, invece, il Cheesecake.

Carta dei vini di proporzioni non enciclopediche ma con ricarichi onesti.
In conclusione, un ristorante gradevole, in cui si mangia bene, e si sta bene ma la cui linea di cucina è ancora scarsamente definita e ondeggia tra ricerca ed eccessiva semplificazione. Insomma, il bravo Fabrizio, ora che ha le redini della cucina deve decidere cosa fare da grande. A nostro modesto giudizio ha tutte le capacità per fare molto bene. Lo attendiamo al varco.

Ad Majora

il pregio : cuoco dotato di tecnica e padronanza della materia
il difetto : la confusa innovazione portata nei piatti

Al Porticciolo 84
Via Valsecchi, 5
Lecco
0341 498103
Chiuso lunedì e martedì
Menu degustazione: 75 Euro
Alla carta: 70 Euro v.e.

www.porticciolo84.it

visitato nel settembre 2011


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Giovanni Gagliardi

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