Passione Gourmet Camp di cent pertigh - Carate Brianza (MB) Fabrizio Nobili - Passione Gourmet

Camp di cent pertigh – Carate Brianza (MB) Fabrizio Nobili

Trattoria
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

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Recensione

Nel cuore della Brianza, sulla strada che da Carate porta a Besana, dove il caos cittadino scompare e pare di essere proiettati in un’altra, più bucolica, regione. Il locale occupa un’ala di un cascinale sapientemente ed accuratamente ristrutturato e già dall’ampio posteggio antistante ed i verde curatissimo rilevano l’attenzione ai dettagli messa in atto dalla proprietà.
L’ambiente è rustico- elegante, muri con pietre e mattoni a vista, arredamenti in arte povera, tavoli senza tovaglie, mobili e credenze della nonna con in bella mostra porcellane ed utensili di cucina del tempo che fu. L’uso di fiori secchi e candele crea un’atmosfera intima e decisamente romantica.


Il servizio è professionale, cordiale, attento e puntuale. Una clientela, che riempie il locale anche a metà settimana, fatta prevalentemente di coppie ma con anche la presenza di businessman stranieri denota la spiccata capacità di attrarre a se l’attenzione di chiunque. La partenza promette bene ma ricordiamo che la valutazione viene data esclusivamente alla cucina, ecco perché per noi le differenze geografiche non esistono.
La carta dei vini è interessante, si può scegliere dal vino in caraffa fino alle migliori bottiglie della produzione mondiale, anche se ci è sembrata scarsa la scelta di champagne. La presenza invece di vini di Montevecchia o della vicina Valcurone (La Costa) e in pratica di tutta la produzione di AR.PE.PE. non fa che rallegrarci.
In carta i piatti sono della migliore tradizione lombarda, il risotto giallo è declinato nella versione alla monzese con luganega e non mancano casoeula, cotoletta alla milanese e oss bus (osso buco) in gremolada. Una pagina dedicata ai formaggi lombardi rivela una vera passione per i latticini che vengono usati forse in modo troppo assiduo anche nelle ricette. I piatti da noi degustati erano sapientemente preparati, senza pecche e sbavature, rispettando i sapori tradizionali.
L’appunto che si potrebbe fare allo chef è quello di non aver alleggerito le preparazioni rispetto alle ricette tradizionali, fatto auspicabile dato il minor consumo di calorie dei nostri tempi.
La scelta del vino ci porta in Borgogna, da un produttore che vanta uno dei migliori rapporto qualità/prezzo della regione. Nelle annate precedenti Catherine & Claude Marechal con il Volnay ci hanno sempre soddisfatti, il 2006 invece è probabilmente in una fase evolutiva che non ci ha dato la gratificazione sperata.
Tralasciamo gli antipasti, prevalentemente a base di salumi tipici quali bresaola e carne salada, per primi ricchi e invitanti. La lasagnetta di pasta fresca “verdure e scamorza” crema di zucca e olio al basilico è un piatto goloso e delicato, dove la dolce rotondità delle verdure viene controbilanciata dalla lieve affumicatura della scamorza.
Gli gnocchetti rustici di ricotta e grano saraceno alla salvia, brunoise di verdure e bitto d’alpeggio risultano molto meno pesanti e sapidi di quanto gli ingredienti abbiano fatto supporre, grazie ad un perfetto equilibrio degli tessi ed in particolare per la presenza della finissima dadolata di verdure che apporta freschezza.
Nell’ossobuco di vitello e polenta rustica, caponatina di funghi e gremolada di zenzero, la radice esotica sostituisce la più classica grattata di scorza di limone ma non riesce ad avere l’intensità necessaria per rinfrescare il piatto, che nel complesso tende troppo al dolciastro
Ottima la lombatina di agnello in porchetta, carciofi stufati spuma di patate alle olive e ristretto di vin brulé, sia per la cottura che riesce a rendere anche questa carne tenerissima che per il controllo piacevolmente giocato sul contrasto dolce/amaro.
I dolci sono a dir poco opulenti, con una profusione di cioccolato e creme. Noi proviamo la bignolata allo zabaione e pistacchio, tegamino di fonduta calda di cioccolato, che si conferma golosissima con l’unica pecca di una pasta troppo asciutta nei bigné, ed il parfait al cioccolato, salsa all’arancia e vela di croccante alle mandorle, in cui vengono ben modulati l’acidità dell’agrume e l’avvolgente cremosità della piccola piramide al cacao.

Catherine & Claude Marechal

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La lasagnetta di pasta fresca “verdure e scamorza” crema di zucca e olio al basilico .

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Gli gnocchetti rustici di ricotta e grano saraceno alla salvia, brunoise di verdure e bitto d’alpeggio .

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Ossobuco di vitello e polenta rustica, caponatina di funghi e gremolada di zenzero.

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Lombatina di agnello in porchetta, carciofi stufati spuma di patate alle olive e ristretto di vin brulé.

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La bignolata allo zabaione e pistacchio, tegamino di fonduta calda di cioccolato.

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Parfait al cioccolato, salsa all’arancia e vela di croccante alle mandorle.

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il pregio : L’ambiente.

il difetto : Cucina fin troppo sostanziosa.

Camp di Cent Pertigh
Via Trento Trieste 63
Carate Brianza (MB)
Tel. ( +39) 0362-900331
Chiuso Martedì
Prezzi: 40/55 euro
Info@campdicentpertigh.it

http://www.campdicentpertigh.it/

Visitato nel mese di Marzo 2010

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Fabrizio Nobili

7 Commenti.

  • emanuelle1 Maggio 2010

    Ecco! Questa sembra un'idea buona per risolvere questa giornata andando fuori Milano :-) però viste le porzioni solo due piatti se no cominciamo a fare troppi compromessi con il bikini.

  • Tino Granata1 Maggio 2010

    Certo Emanuelle, qui le porzioni sono soddisfacenti è un posto che mi piace.

  • gianni3 Maggio 2010

    Il 2006 per tutti i vini e' da considerarsi un annaccio. A maggior ragione per un Volnay che come per tutti i vini di Borgogna e' un pinot nero in purezza, non soggetto alle alchimie degli enologi.

  • Il Guardiano del Faro3 Maggio 2010

    Appena usciti i Borgogna rossi 2006 mi erano piaciuti parecchio, con tutti i limiti della generalizzazione ovviamente, perchè più aderenti territorialmente rispetto all'esuberante 2005. Meno polpa ruffiana e più sensazioni sotterranee fino all'acqua di ostriche. Poi settimana scorsa ho riaperto un Leroy 2006 del Domaine, uno Chambolle Musigny Fremieres, e mi sono trovato sotto il naso un animale scontroso e antipatico proprio su un terroir dove la gentilezza e la soavità dovrebbero essere evidenti. Animale arrabbiato che si è concesso a qualche carezza solo dopo molto tempo dall'apertura, cosa strana per un Leroy, perchè di solito te lo dice subito come sta di umore. Unico rilievo che evidenziava la grande stoffa è stata la mineralità e la persistenza notturna, quella che quando ti alzi il mattino successivo senti ancora dentro la lingua. Credo che siano da lasciare in pace per qualche anno, qualcosa sta accadendo ;-)

  • gianni3 Maggio 2010

    Comunque tra un 2006 della DRC ed un 2005 di un medio produttore di Vosne romanee, io bevo il 2005 tutta la vita.

  • Tino Granata3 Maggio 2010

    Ma è mai possibile che qui di lambrusco, barbera e chiaretto non parla mai nessuno? Siete noiosi! Mi sembrate quelli che si lamentano delle smagliature di Monica Bellucci o di Sharon Stone, Buttatele ma ditemi dove per piacere.

  • azazel13 Maggio 2010

    carente sugli champagne? quasi nulla direi...bevuto la crau di vieux telegraphe 2002..annata storta, già ossidato ma a una cifra per cui non si poteva lasciarlo lì. cotoletta non eccelsa, probabilmente un po' bassa la temperatura del burro. ottimo flan di taleggio, un buon coniglio con polenta, asparagi e truffa nera. 2 meritate cipolle..

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