Nella scorsa puntata abbiamo raccontato l’esperienza, ora qualche breve cenno all’esperienza più direttamente culinaria.
Valutare questa come la cena da uno dei cuochi migliori al mondo sarebbe un errore, semplicemente perchè qui tutto è stato armonizzato e contestualizzato all’esperienza complessiva, e non soltanto circoscritto a quella strettamente gastronomica.
La curatissima mise en place, pensata e organizzata nei minimi dettagli per ogni portata, sottende un lavoro straordinario di ricerca e di unione tra contenitore e contenuto, tra cibo e suppellettili. Perchè l’aspetto visivo-scenografico ha un peso pari o superiore a quanto poi è portato a tavola.
Ecco quindi che in quest’ottica tutto viene letto e posizionato correttamente. Il cibo è comunque interessante, con alcune tapas davvero piacevoli, alternati a dire il vero a molti passaggi che sfuggono, anonimi e non particolarmente esaltanti. Ma nel complesso tutto quanto è al posto e al momento giusto.
E, ricordiamolo, mangiare così a questi prezzi ad Ibiza è tutt’altro che facile.
Un’esperienza quindi nel suo complesso, non ci stancheremo di dirlo mai, davvero unica e formidabile, da non perdere.
Lasciamo ora spazio alle preparazioni.
La mise en place.
Iniziamo con le tapas di aperitivo… anguria al Campari.
Sferificazione di olive.
Bloody mary gelificato e mango piccante.
Sablè al lampone e mostarda e frolla al Parmigiano.
La pizza.
Il fantastico Jamon.
Tonno.
Ogni dettaglio è curatissimo… il simpatico servizio delle ostriche.
Un discreto bianco bio.
Fantastica zuppa di avocado.
Carne tremendamente buona.
Cannellone avocado e granchio.
I dim sum.
Panini al vapore.
I gamberi di Ibiza.
Sferificazione di mais.
Gelatina di litchi e rosa.
L’astice.
Panini al vapore.
Tortillas.
Filetto alla salsa cafè de Paris…
..e i suoi accompagnamenti.
Crocchette di Jamon.
L’inizio della lunga sequenza di dolci.