La famiglia Cera è una vera istituzione da queste parti. Abbiamo speso molte parole a tal proposito in passato, e poco c’è da aggiungere. Se non il fatto che, a fianco del grande patron-cuoco Lionello, ormai la generazione seguente ha ben in mano le redini del locale.
Un luogo in cui si sta bene l’Osteria Cera, davvero Bene. Con Chioggia a due passi il gioco potrebbe essere semplice e facile. In realtà, a fianco di una materia prima straordinaria si è messa una famiglia, appunto, che ha intrapreso la strada della piacevole, lieve, e continua innovazione contaminando, innestando, mettendo tanto talento al servizio di quel gran pesce che porta a tavola. Tutto davvero straordinario, e pensare che qualche mese fa avevamo trovato monocorde, quasi piatto, un menù che non ci aveva dato i soliti stimoli.
Invece in una domenica di primavera, con il fully booked che da queste parti è ormai uno standard, abbiamo provato il menù “Azzurro” ed abbiamo scoperto -con grandissima felicità- piatti finemente contrastati e di una eleganza e classe davvero notevoli.
Alcuni spunti e derivazioni, che richiamano anche qualche illustre collega di zona, hanno qui l’apice in una cucina davvero elegante e mai prevaricante. La materia prima staglia sempre, è perennemente in evidenza. Un piatto ormai storico, quegli spaghettini della foto di apertura, hanno talmente tanta finezza e persistenza che ti verrebbe voglia di mangiarne ancora, e ancora.
Così come il resto delle preparazioni, apparentemente sussurrate ma che invece sprizzano energia da tutti i pori. La battuta di ricciola, in cui la salsa curry è di una finezza strabiliante. O la bisque-brodetto che accompagna la crema di patate con sedano, calamari e cappelunghe. Da continuare senza fermarsi per ore.
Anche la piccola pasticceria e i dolci hanno un tenore affatto banale, frutto di tanto studio ma anche di ottima tecnica applicata. Un pranzo da Cera è sempre un grandissimo evento, cullati da un servizio impeccabile e da piatti veramente di grande livello autoriale.
Peccato, forse, per l’eccessivo tempo trascorso a tavola. Ma a locale pieno questo è un prezzo da pagare, forse, anche volentieri.
Il centrotavola di benvenuto.
Fantastico pane con lievito madre.
Stupendo spaghettino freddo con lucerna, mazzancolla, salsa ai pistacchi, capperi e basilico.
Battuta di ricciola con cetriolo, pepe rosso affumicato e senape (e una salsa alle spezie meravigliosa!).
Patate e sedano, con calamari e cappelunghe.
Tortello con scampi alla brace, succo di scampi, battuta di scampi crudi al coriandolo.
Rombo con acqua iodata alla salvia, nocciole, sesamo, cappetonde e ortaggi.
L’ottima piccola pasticceria.