Passione, capacità di selezionare gli ingredienti, onestà intellettuale, caparbietà: sono queste solo alcune delle caratteristiche del bravo restaurant man, ben rappresentato da Enrico Buonocore, patron di Langosteria 10.
In poco più di sette anni ha fatto crescere questo ristorante, portandolo ai vertici della ristorazione meneghina come uno dei (se non “il”) migliori locali di pesce della città.
Certo ci vuole una gran conoscenza della materia prima per acquistare bene (cosa che Enrico ha sempre avuto), ma poi è necessario un vivo spirito imprenditoriale, la squadra giusta intorno e un pizzico di fortuna. Da bravo patron è riuscito a fare emergere il gruppo per intero, senza mai dover dipendere da un solo uomo in cucina.
Il locale, in zona Porta Genova, è chic ed elegante ma senza eccedere nello sfarzo, perché qui il vero lusso è ciò che arriva nel piatto e nel bicchiere: Langosteria 10 è una delle Ambassade della maison Krug (ce ne sono soltanto tre a Milano), e ciò la dice lunga sulla carta dei vini, con un’ampia e accattivante scelta di Champagne che non vede protagonisti soltanto i soliti noti, ma anche una bella carrellata di piccoli produttori a prezzi più che abbordabili.
Ma qui si viene innanzitutto per assaggiare i grandi crudi di pesce: a partire dalle ostriche, con una scelta veramente completa, continuando poi con scampi, gamberoni, bulots, tartufi, clams, mandorle di mare, carabineros, tartare e carpacci, per arrivare poi a prelibatezze più rare, come i ricci o i percebes, i crostacei di origine galiziana.
Potrete scegliere quello che preferite a comporre il vostro personale e quanto mai scenografico Plateau Royal, che arriverà al tavolo accompagnato dalle salse e dai dressing classici, in perfetto stile francese.
Siccome l’appetito vien mangiando si può proseguire alla grande con i primi, volendo anche con un semplice spaghetto al pomidoro (si, con la i), che qui sanno fare molto bene. E poi come non assaggiare il Re dall’Alaska, il King Crab che, alla griglia o al vapore, forse riesce ad essere più buono pure dell’aragosta, anch’essa ovviamente sempre disponibile.
Insomma qualunque sarà la vostra scelta in carta cadrete certamente in piedi, perché Langosteria 10 è una “portatrice sana” di prelibatezze ricercate e uniche.
Negli anni inoltre il patron Enrico è andato a migliorare, da vero perfezionista, tutti quegli aspetti che meritavano attenzione oltre la materia prima, uno su tutti il servizio in sala e la differenza, per chi ha seguito questa avventura sin dai suoi esordi, è evidente.
Di recente è stato ultimato anche un restyling generale all’ambiente, ed è stata creata una nuova zona, in fondo al locale, in grado di assicurare maggiore privacy: un oyster bar ed un cocktail bar, luogo di perdizione dove degustare Krug à-la-flute, mangiare ostriche e fumare un sigaro, una sorta di moderno girone dantesco dedicato a golosi e lussuriosi.
In casi come questo il rovescio della medaglia, che non permette al giudizio di “spiccare il volo”, è il circoscritto operato della cucina, che si limita intelligentemente a non rovinare la preziosa materia, e alla conseguente staticità della proposta, certo varia ma assolutamente costante nel tempo. Ma tutto ciò non è necessariamente un minus: se non conoscevate “la Langosteria” allora andateci al più presto, se invece già lo conoscete tornateci per scoprire le novità.
Non mancate infine di consigliarlo perché non farete mai brutta figura, da qui si esce contenti, con la voglia di tornare presto.
Un tavolo del ristorante, dalle corrette dimensioni ed illuminazione.
E ti senti subito “King of the World”: salmone Sockeye dell’Alaska con marmellata di cipolle rosse e crostini al burro. A seguire lingottino di salmone Balik Zar Nikolaj con il suo caviale. Già potreste toccare il paradiso con un dito.
Un dettaglio del salmone Balik Zar Nikolaj: tornare indietro sarà difficile.
Scampi, gamberi rossi e bulots, ovviamente freschissimi.
Acciughe dissalate del mar Cantabrico con crostini al burro. Un classico, qui però a livelli eccellenti.
Tagliolino con scampi crudi e cotti e fiori di zucca. Piacevole il contrasto con lo scampo crudo, che tende comunque a cuocere lievemente con il calore della pasta.
Il mitico King Crab cotto alla griglia con verdure. Mai come in questo caso è la materia prima a parlare, e riesce a farlo benissimo.
Carabinero alla griglia.
Le “mitiche” chips della Langosteria, questa volta però un po’ sottotono rispetto al solito standard.
La millefoglie: solo un po’ pesante la sfoglia, che preferiremmo più sottile ed eterea, ma molto buona la farcitura.
I cannoncini con la crema, che a questo punto del pasto sono una sfida anche per i più audaci.
Piccola pasticceria a fine pasto, decisamente migliorabile.