“La Baracca dello Zazzeri” è ormai conosciuta da chiunque ami il pesce di qualità in tutte le sue possibili declinazioni: merito indiscusso del patron Luciano che, grazie alle sue indiscusse capacità in cucina, al suo indubbio carisma e alla sua capacità di fidelizzare la clientela con la giusta dose di empatia ed il consiglio giusto, è riuscito a creare un ristorante che, anche in questi momenti difficili, macina coperti a pieno regime.
La storia professionale dello Zazzeri e della sua creatura inizia nella primavera del 1964, dapprima nel piccolo stabilimento balneare, qualche cabina, qualche ombrellone ed in cucina nonna, mamma e zia a preparare piatti semplici e leggeri perfetti per i bagnanti affamati; già allora Luciano, ancora bambino, comincia a dare una mano e ad imparare il mestiere della cucina e della sala.
Grazie all’esplosione del fenomeno vino, cominciano ad arrivare in zona i turisti e gli stessi produttori frequentano assiduamente lo stabilimento ed il ristorante decretandone il successo.
Intanto Luciano cresce, comincia a fare il bagnino e a pescare sulla barca di proprietà della famiglia, ma è nel 1987, dopo una spaventosa mareggiata che danneggia seriamente la struttura, che prende definitivamente in mano le redini dello stabilimento e della ristorazione.
Nel 1996 il ristorante cambia nome, trasformandosi in “La Pineta di Luciano Zazzeri” e diventando punto di riferimento per la ristorazione della zona e non solo.
Oggi La Pineta conserva il suo primitivo aspetto di rifugio per bagnanti golosi, ma l’offerta negli anni si è molto affinata: “lo Zazzeri” continua a districarsi ottimamente in cucina, ma anche in sala, dove riesce a cucire percorsi mirati per la clientela, in gran parte habitué, che si affidano totalmente alle sue cure.
Qui ogni giorno viene servito il meglio del pescato: le barche di proprietà sono diventate tre e permettono un approvvigionamento costante e di qualità indiscutibile.
La cucina della Pineta è quella tipicamente marinara, semplice ed essenziale, volta ad esaltare senza stravolgere la meravigliosa materia ittica.
Il livello rimane sempre costante sia che ci si lasci tentare dall’ormai classico bollito di pesci misti e crostacei, dalla fragrante frittura o da un semplice pesce al sale.
Anche sui primi piatti la mano è sicura, mentre i dessert continuano a non essere all’altezza del reparto salato.
Ottima invece la cantina, ricca di bottiglie importanti sia nazionali che estere, che permette di bere bene a prezzi ragionevoli.
Il servizio è cordiale, caratterizzato da quella punta di bonaria ironia tipicamente toscana che mette di buon umore e riesce a districarsi senza affanni apparenti anche a sala piena.
In conclusione una tappa sempre consigliabile per chi ama il pesce fresco e ben cucinato, in una sala che trasmette l’impagabile sensazione di essere un tutt’uno con il mare stesso.
Il cestino del pane.
Il pane carasau.
Il benvenuto della cucina: alice, pomodoro e cipolla fresca.
La trippa di mare: trippa di baccalà con fagioli, delicata e molto simile ad una comune trippa di vitello e trippa di pescatrice, dal gusto più deciso, presentata in un panino come il classico lampredotto.
Tartare della Pineta: Ricciola, gamberi e tonno, grandissima materia prima.
Gnocchi neri con calamari e carciofi fritti: gustosi e dall’ottima consistenza gli gnocchi, splendidi e piccolissimi i calamari.
Fritto di mare e verdure: croccante, ottima la varietà; insomma, un gran fritto.
Lupicante in guazzetto: un bell’esemplare di astice blu locale cucinato alla perfezione.
Il mitico bollito misto di pesce, crostacei e calamari servito con maionese.
Millefoglie con crema pasticcera e caramello.
Semifreddo al croccante di pistacchi.