Passione Gourmet Appuntamento Friday Five 14 - Passione Gourmet

Friday Five #14

di Roberto Bentivegna

Friday Five 14
(Mong Kok – Milano)

Quattordicesimo appuntamento con il Friday Five! Continuate a mandarci le vostre segnalazioni: brevi, incisive, precise, nel puro stile Friday Five!
Scrivete all’indirizzo fridayfive@passionegourmet.it, vi invieremo le specifiche per la compilazione e il vostro pezzo sarà pubblicato nel Friday Five!

Mong Kok

Un ristorante cinese diverso dal solito. L’ambiente è minimalista, con file di mattoni in cemento a dividere la sala e lampadine a sospensione per illuminare. I piatti sono la summa delle quattro correnti della cucina cinese. Nel menù, bilingue e scritto in parte su fogli di carta volanti, non troverete mai “involtini primavera” e “pollo alle mandorle”, ma “pentole di fuoco”, zuppe brucianti servite al tavolo in mini wok, “melanzane saltate con carne” e una golosa “anatra arrosto”, che in pratica è un’anatra laccata. Il piatto più rinomato. I pochi italiani che occupano i tavoli vengono qui (quasi) solo per lei. Il resto degli avventori sono cinesi. Allora tutto bene? Non proprio: il personale, asciutto nei modi, rasenta spesso la scortesia. Alla sera meglio prenotare perché è preso d’assalto!
(Miriam De Rubeis)

Via Padova, 3, Milano
Tel: +39.02.2613224

Melisse

Probabilmente il miglior ristorante di cucina “occidentale” di Los Angeles. Nessun volo pindarico, ma una cucina affidabile, varia e caratterizzata da un buon controllo dell’acidità: per un locale di impostazione “europea” a Los Angeles è già tanto, tantissimo. Certo, siamo nel regno della retroguardia, ma le materie prime sono buone e le preparazioni (con qualche riferimento alla contemporaneità che si ferma alla pura superficie) non le mortificano. Ambiente stereotipato, servizio alberghiero.
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

1104 Wilshire Blvd. Santa Monica CA 90401
Tel: +39.(+1)310.395.0881

www.melisse.com

Petit bistro

“Lui circospetto guarda in giro e mette via” raccontava una nota canzone del grande Jannacci. E ci pare di esser tornati alla Milano da bere dei tempi che furono, aggiungiamo.
Starlette circondate dal loro codazzo, un trittico di modelle che parla rigorosamente Inglese, un gruppo di MILF in serata libera a dar sfogo ai più bassi istinti, un tavolo di allampanati e fuori luogo clienti normali, forse giunti qui più per guardare che per mangiare.
Già perché il fil rouge della nostra serata – e la domanda che ci ha attanagliato la mente – è stata proprio questa: ma perché qui, così affollato di gente, tutti si ostinano a mangiare?
Qui non si viene evidentemente per mangiare, sennò la pizza gourmet, che è più una ciabatta arrostita e mal rigenerata o il pollo di cascina mal cotto, mal salato e, oseremmo, dire anche mal selezionato, sarebbero preparazioni saltate subito all’occhio, non solo dello scafato gourmet.
La milano da Bere è rinata, evviva!
(Alberto Cauzzi)

Via Amerigo Vespucci, 5, 20124 Milano
Tel. +39.02.89690870
www.petitbistrogroup.it

Devero

Se siete appassionati di calcio lo paragonereste a Gigi Meroni, se amate il basket è un incrocio tra Magic Johnson e Steve Nash, se siete cinefili potreste associarlo a Fernando Di Leo. Se vi piace la musica, rassomiglia- a questo punto della carriera- a un incrocio tra Charlie Parker e Frank Zappa.
Enrico Bartolini, lasciati sui colli (bellissimi) di Montescano l’impeto e l’ansia da prestazione della fase di passaggio dai 20 ai 30, ha trovato nel Devero di Cavenago la pace che deriva dalla (quasi) perfezione.
Il contesto è tra i più brutti che tocchi in sorte ai gastromaniaci, forse addirittura peggio dei 10 km di capannoni che precedono le Calandre di Rubano. Ma la successione dei piatti ripaga occhi, testa e cuore.
Se la crema di patate, uovo e uova è il classico 2.0, pronto ormai a soppiantare il riso rape e Gorgonzola, gli scampi panati con fragranza e succo di pompelmo, il manzo piemontese con lamelle di foie gras, gli asteroidali bottoni di lime e olio in salsa di cacciucco e polpo cotto alla brace ci hanno condotto ai confini dell’estasi. Per chiudere, lamponi freschi e fragranti farciti di liquirizia: divertono, seducono, spiazzano e poi ti fanno risedere. Come Bartolini.
La squadra (anzi, l’orchestra) sembra tenere il ritmo compulsivo del vocalist, come quando Lou Reed registrò a New York in presa diretta. L’empireo è ormai alla portata di Enrico. Ma lui potrebbe anche fintare e scartare di lato. Perché quel sorriso porta con sè l’imprevedibilità..
(Fabrizio Provera)

Largo Kennedy 1, Cavenago di Brianza (Monza)
Tel.: +39.02.95335268
http://www.deverohotel.it/

I Pupi

Bagheria, pochi km da Palermo. Un ristorante in cui ci si sente “a casa”: 25 coperti, clima familiare che pervade il locale senza però rinunciare ad una grande ricercatezza del menu, un mix sapiente di ingredienti che richiamano costantemente il territorio (nel senso più profondo e sentito del termine) ma rivisitati con grande maestria dallo chef Tony Lo Coco, che in compagnia della moglie Laura, delizia coloro che non a caso chiama i suoi “amici-ospiti”.
Un servizio curato, molto attento ma mai invasivo, una carta dei vini completa a prezzi finalmente ragionevoli. Il variegato crudo di pesce con sali dal mondo e oli affumicati (notevole quello alla carbonella), il raviolo di seppia cotto a bassa temperatura su crema di sedano, ripieno di crema di patate e datterino, accompagnato da uno spettacolare gelato ai ricci, la millefoglie di “Russello” (grano locale) con sarde e finocchietto (trionfo di equilibrio e sapori), la “stigghiola” di tonno (street food made in Palermo in una originale declinazione a base di pesce).
Insomma, la meta ideale per portare con sé un pezzo di questa magnifica terra bagnata dal mare e baciata dal sole.
(Marcello Stasi)

Via Del Cavaliere, 59 – 90011 Bagheria (PA)
Tel: +39.091.902579
www.ipupiristorante.it

Friday Five 14
(Lamponi freschi e fragranti farciti di liquirizia e yogurt soffiato.: un piatto di Enrico Bartolini- Devero)

3 Commenti.

  • Fabrizio Provera7 Marzo 2014

    Un grande onore esordire su queste colonne.. so long, per PasssioneGourmet

  • Danilo Bertini26 Marzo 2014

    "il contesto e'tra i più brutti che tocchi in sorte.." fa pensare a una stamberga,a un tugurio...invece la sala del ristorante del devero hotel e'stilosissima,degna dei piatti del mitologico Bartolini.Provera,ci sei stato?

  • Prosit20 Maggio 2014

    Mi sembra ovvio che si riferiva al contesto urbano, cioè alla zona fuori dall'hotel.

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