Passione Gourmet Ottobre 2011 - Passione Gourmet

Osteria L’Murin, Hotel La Perla, Chef Alex Egger, Corvara (BZ) di Roberto Bentivegna

Recensione ristorante.

Eccoci all’ultima puntata della maratona tra i Wine-Bar/Osterie dei grandi Alberghi della Val Badia.
Per concludere il tour “DoloMitici” ci mancava solo la proposta dell’Hotel La Perla e devo dire che l’Osteria l’Murin si è rivelata la proposta più convincente, soprattutto alla voce “rapporto qualità/prezzo”.
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L’entroterra piceno è un angolo d’Italia praticato da pochi. Gli appassionati di montagna, certo, hanno da tempo aggiunto i Sibillini ai preferiti per sciate, trekking ed escursioni, anche impegnative, ma tutto sommato neppure gli abitanti delle zone litoranee delle province di Fermo ed Ascoli conoscono a fondo (Pasquetta e Ferragosto non contano) il proprio entroterra, ed è un vero peccato. Qui siamo a Montefortino, nei pressi dell’orrida Gola dell’Infernaccio e del monte Sibilla che tante leggende ha ispirato, da Cibele alla Sibilla Cumana, dalla fata Alcina al wagneriano Tannhauser. Questo ristorante-pizzeria in realtà ha tutti i crismi della trattoria che ci piace, con una mano materna in cucina e tanta cura per i prodotti del territorio, due fattori che fanno dimenticare la location (più che altro l’esterno) non propriamente accattivante e la povertà assoluta della scelta enologica. La bandiera incontrastata del locale è la mela rosa dei Sibillini. Potendo capitare da queste parti solo in agosto, tuttavia, abbiamo ovviamente incrociato l’unica stagione in cui essa non è reperibile, ma quanto assaggiato in quest’occasione non ha fatto che accrescere la curiosità di provare i veri cavalli di battaglia di questa cucina.
Per aprire non si può prescindere da un assaggio di creme ed olive all’ascolana, che preparano il terreno ad un pranzo dai gusti intensi, privo tuttavia di fastidiosi eccessi di sapidità.

Certo in qualche preparazione, come in questa egregia coratella, l’utilizzo dell’olio è generoso a livelli che potrebbero far storcere il naso al più intransigente, ma è sempre giusto a mio parere tarare la “soglia di tolleranza” a seconda del tipo di cucina.

Lonza, pecorini ed un’ottima e vigorosa trippa emergono da questo misto di antipasti “alla Beatrice” (Barelli, la cheffa).

In agosto e sui Sibillini il tartufo nero estivo non può che recitare la parte del leone nei primi piatti. Si comincia con pappardelle con la crema delle prime zucche e burro al tartufo

per andare su un’intensa declinazione dedicata al solo tubero, presente in abbondanza in queste fettuccine

cui qui sono aggiunti anche porcini. Menzione speciale per una pasta semplicemente commovente per gusto e consistenza. L’eccellenza ci pare stia nella qualità delle uova, visto che comunque nelle Marche non si è soliti utilizzarne molte nell’impasto.

Non mancano nei dintorni le risorse idriche (tra l’altro il vicino Lago di Pilato dà asilo a questa singolarissima specie di crostaceo), per cui troviamo rifugio sicuro in una discreta trota al forno, cui non posso tuttavia non rimproverare il limone colpevolmente “obbligato”.

Semplici e gradevoli anche i dolci, dalla mattonella (Oro Saiwa, mascarpone e cacao), diffusissima in queste zone,

ad un discreto e non troppo dolce tiramisu al limone,

passando per l’interessante ed alcolico lonzino dei fichi, realizzato all’interno delle foglie (foto di copertina).
Il Brecciarolo di Velenosi, non assoluto, logicamente, ma dall’ottimo rapporto qualità prezzo. E poi d’altronde scelta ce n’è pochissima.

Recensione ristorante.

Una bellissima giornata in periodo di vendemmia, quasi un peccato rinchiudersi al ristorante, forse sarebbe meglio un giro per vigne ma se l’obiettivo è un luogo come questo allora la soddisfazione si raggiunge comunque. Situato nel pieno centro del paese,  ricavato in un tipico immobile d’epoca, ha interni classici, sobri e dignitosi come tutte le cose del buon tempo antico. La gestione è impeccabile sotto ogni punto di vista, nulla è lasciato al caso: la clientela è l’unico obiettivo che la famiglia Cordero ha bene in mente e si prodiga con tutte le forze per raggiungere lo scopo: accontentare e far star bene la più ampia fascia possibile. La cucina è quella della tradizione piemontese espressa alla sua massima potenza, e davvero ogni piatto trasuda cultura culinaria. Il servizio è preciso, cordiale, premuroso, dallo charme sabaudo, in rigorosa divisa e con le scarpe lucide. La cantina è estremamente fornita e la profondità di annate dei vini più blasonati del territorio permette di soddisfare le richieste di qualsiasi cliente, a prezzi più che corretti, e si può contare su di una consulenza dettagliata e competente. (altro…)

Recensione ristorante.

Siamo nel cuore dell’Europa, nel centro nevralgico di Bruxelles. All’interno del lussuoso Radisson Blue Royal Hotel c’è un ristorante importante. Un top di gamma europeo. Una tavola dalla quale, crediamo, sia difficile alzarsi insoddisfatti. Lussuoso ambiente Art Deco, tavoli molto distanziati e un numero elevato di camerieri. Sembra che tutto debba ruotare intorno agli affari della internazionale clientela che passa di qui. Ma il Seagrill non è soltanto un grande business restaurant bistellato, la conferma è la sua appartenenza, sin da quando ha aperto i battenti, al prestigioso circuito delle Grandes Tables du Monde. (altro…)

Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Mamma mia le montagne russe! Quand’ero piccolo le odiavo. Andavo al luna park principalmente per lo zucchero a velo e per le frittelle di pasta di pane e zucchero, notoriamente cancerogene vista la qualità dell’olio utilizzata e visto il costante superamento del punto di fumo da parte del friggitore. Che bello però intossicarsi di tutto quel ben di dio zuccherino, una droga, già allora. Preferivo l’Autoscontro, si. Maschio, rude, primordiale. Ma le montagne russe no, quel su è giù, per me privo di senso, che serviva solo a dispensare nausee che mal si conciliano con la passione per il gusto. L’adrenalina ? beh, quella si, arrivava … eccome! Più sotto forma di sudorazione fredda, con ansia e stress che ci potevamo risparmiare, visto che qualche anno più tardi, da adulti, avremmo avuto bilici di stress da smaltire, frutto di una vita ricca di impegni e responsabilità. (altro…)