Passione Gourmet Agosto 2010 - Passione Gourmet

Combal.0, Davide Scabin. Rivoli (TO) – di Alberto Cauzzi

Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

“Siamo andati sulla Luna e siamo tornati indietro, nulla esclude che si possa ripartire per Marte”

No, oggi non parlerò di piatti, di contrasti, di temperature, di armonie, almeno non all’inizio. Ma di un interessante dialogo immaginario (ed anche reale) con uno dei più grandi chef che l’Italia può vantare: Davide Scabin. Un dialogo che non ha un inizio ben preciso, che probabilmente è nato in maniera inconsapevole, che è frutto di riflessioni, di costrutti, di pensieri elaborati a distanza. Ma che convergono, o per lo meno tentano di farlo.

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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Ci sono fondamentalmente due modi per difendere le tradizioni dal logorio della vita moderna. Le si può chiudere sotto una campana di vetro, facendo finta che il tempo non scorra, o le si può reinventare con il senso della storia, senza che queste vengano distorte e perdano così la loro validità anche, mi si perdoni il termine, sociologica. Maria Magistà e il suo Pashà han deciso di giocare in questa seconda categoria, senza cedere a leziosità e a gigionerie, portando in tavola il meglio della regione con quel pizzico di hard core che, in giusta misura, accontenta non solo la clientela locale ma anche l’appassionato che cerchi in queste lande una cucina territoriale ma più civilizzata della media. Il punto di equilibrio è difficile da raggiungere e, proprio a causa dell’intensità dei profumi e dei sapori dei prodotti di questo territorio, spesso ci troviamo a tacciare di pretenziosità o di rozzezza questa o quell’altra cucina, non rendendoci conto che l’impresa di ingentilire senza stravolgere è ardua assai.  (altro…)

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Recensione ristorante.

Non avrebbero potuto scegliere nome migliore per il proprio locale Helene e Wolfgang Kerschbaumer, coppia affiatata nel lavoro e nella vita, dal momento che dalla cura per i dettagli dell’arredo all’aspetto più strettamente culinario, nel loro ristorante ciò che è evidente e salta all’occhio immediatamente è l’amore, per il cibo e per questa splendida terra. Siamo appena dopo l’imbocco della Val Pusteria, già salvi dalla caldazza insopportabile che d’estate opprime Bolzano e dintorni, ma ancora distanti da quel paradiso di verde che circonda la sella di Dobbiaco. Eppure i profumi, i colori pastello, l’arredamento, gli splendidi fiori ci dicono chiaramente che le cime non devono essere lontane. 4 tavoli in sala ed uno in giardino, difficile imbattersi in locali tanto piccoli. In cucina la densità di popolazione non cambia, un uomo solo al comando, e non è Fausto Coppi. (altro…)


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Cronaca SMS di un naufragio, forse annunciato

Scicli è uno dei gioielli del barocco siciliano. Situata a pochi kilometri dalla costa, nasconde angoli e scorci indimenticabili. Scicli ospita ben sette chiese, tutte visitabili, tra cui spicca un bellissimo Duomo che non ha nulla da invidiare a quello di Ragusa Ibla. Ed a pochi passi dal Duomo pure qui, in un palazzo di fine settecento sapientemente ristrutturato a  hotel de charme, ha sede un ristorante gourmet.

“Pronto? siete aperti questa sera?”
“Si, certamente. Noi però abbiamo solo il menù Gourmet su prenotazione, facciamo la spesa la mattina per la cena”

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Abbiamo deciso di ospitare The Dark Knife sul sito Passione Gourmet, questa è la prima di una speriamo lunga sequenza di interventi. Il ragazzo è giovane ma già molto appassionato, diciamo in preda al sacro fuoco della passione, ovviamente Gourmet 🙂

Il Presidente

Come può un gourmet a spasso per la “Ville Lumière” non dirigersi verso i tavoli di uno degli indiscussi maestri dell’arte culinaria globale? La risposta è semplice, non può, specie se il maestro in questione di nome fa Joel Robuchon. Nato e cresciuto in una famiglia cattolica a Poitiers nel 1945, Robuchon, che fu condotto alla cucina non dall’amore ma dalla religione (la sua ambizione era quella di diventare prete), considerato “il cuoco del secolo”, all’alba delle sue 65 primavere vanta una catena di ristoranti sulla cresta dell’onda da quasi un decennio, nonché il maggior numero di macaron conseguiti per tutti i continenti.
Correva l’anno duemilatre quando in Rue De Montalembert a Parigi, il famosissimo chef, dopo aver abbandonato i fornelli all’apice del successo, provocando uno choc generale a tutti i gastrofanatici transalpini e non, tornava sulla scena con una sua geniale creazione, l’Atelier, un ristorante a metà strada tra un sushi bar ed un tapas bar. Un posto informale dal concept unico fino a quel momento e che ha fatto scuola. (altro…)