Passione Gourmet Gennaio 2010 - Passione Gourmet

Racines, Paris : di Alberto Cauzzi

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Recensione ristorante.

Posso sicuramente e tranquillamente affermare che Racines è la mecca per il nostro affezionato lettore Pat Garrett. Eh, si … qui tutto è Organic, o biodinamico. Le materie prime, dagli ortaggi, alle carni, alle spezie, ai vini tutto è rigidamente e rigorosamente selezionato e proviene da produttori che fanno dell’organico la loro bandiera. Gli ortaggi provengono dall’orto del tristellato Passard, gli agnelli da una piccola cooperativa dell’alta Francia, i vini da piccoli, alle volte piccolissimi produttori biodinamici. Qui potete trovare ciò che in tutta Parigi non troverete, le selezioni di Gianni Frasi per esempio. E vi può capitare, come è capitato a me, che il cameriere, alla mia richiesta indicando un vino, comunque rigorosamente bio, storca un pochino il naso perché no, quello lì un pochino di solforosa ce la mette 😀

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Recensione ristorante.

Inutile continuare a vivere di ricordi.
Bisogna semplicemente prendere atto della piccola realtà gastronomica che esprime oggi questa grande città.
Inevitabile però pensare che tra queste strade si camminava spavaldi e sorridenti con l’intenzione di raggiungere tavole dove i maitre ti avrebbero consegnato una carta importante, dove i piatti descritti portavano la firma di chef che facevano di nome: Jacques Maximin, Dominique Le Stanc, Alain Llorca.
Anche le meteore finnico-giapponesi ( Jouni Tormanen, Keisuke Matsushima..) hanno smesso di illuminare la Baia degli Angeli
Ma un MOF resterà sempre un MOF, e non si dimenticherà mai di saper cucinare.

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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Nel cuore dei Parioli dal 2007, Riccardo Di Giacinto, già executive al Baby di Iaccarino e allievo del bravissimo Milani in quella piacevolissima meteora che è stato il S.Rocco di Monterotondo, ha aperto il suo bistrot. Ambiente a dir poco raccolto, dominato dai toni del bianco e dell’oro ma, ancor di più, da una penombra (inadatta alle foto) che si concilia molto bene con una certa atmosfera clandestina del locale, molto adatto ad incontri galanti (magari un po’ meno alle nostre sortite in coppia maschile per il blog). Peccato che questa intimità potenziale venga poi annullata da tavolini un po’ troppo ravvicinati e decisamente traballanti.

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Recensione ristorante.

Omologazione: una cucina buona per tutte le stagioni priva di connotati particolari, anonima ed insignificante , piaciona ed ecumenica. Questo è il termine che mi è venuto in mente alla terza pietanza a base di pesce del menù degustazione a sorpresa di 8 portate di Davide Palluda.
Accidenti, ho aggiunto tra me e me, sembra di stare in costiera sorrentina o sulla riviera romagnola in un qualsiasi ristorantino di pesce che esegue il suo compitino dignitosamente e non alla tavola di uno dei cavalli di razza del basso Piemonte. Questo ragazzo sembrava aver perso le sue caratteristiche peculiari legate ad una cucina tradizionale alleggerita ed ammodernata da un tocco decisamente elegante per uniformarsi ad una anodina e non meglio specificata tendenza gastronomica (con)fusion.

Ma quando l’inquietudine dopo la terza portata stava raggiungendo livelli parossistici ecco il colpo di reni che inverte la rotta e mi fa rivedere il Davide Palluda che conoscevo.

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Recensione ristorante.
Un locale di grande fascino quello gestito da Luciano Zazzeri, che abbiamo avuto il piacere di visitare a pranzo in una ventosa giornata di dicembre. Fascino che aumenta esponenzialmente per chi, come noi, adora il mare d’inverno.
Uno spettacolo davvero emozionante quello di cui è possibile godere dagli ampi finestroni de La Pineta. Qui non si mangia semplicemente vicino al mare, ma si ha l’impressione di mangiare dentro il mare.

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